I consiglieri regionali piacentini Tarasconi e Molinari chiedono con urgenza un incontro con l’assessore Petitti per prendere dei provvedimenti validi e risolutivi per il ripristino degli uffici postali nelle zone disagiate della provincia. “La consegna in ritardo degli appuntamenti per effettuare esami diagnostici è il campanello d’allarme di una situazione diventata intollerabile”.

“Alla fine stiamo assistendo al peggio del peggio: gli avvisi e gli appuntamenti fissati per effettuare esami diagnostici arrivano per posta ai pazienti dopo la data dell’esame stesso, impedendo alle persone di confermare, posticipare e fare la visita nel giorno stabilito”. È successo a Biana, tra Bettola e Ponte dell’Olio, frazione che in provincia ha dovuto fare i conti con i tagli e ha assistito impotente alla chiusura dell’ufficio postale, nonostante le rimostranze dei suoi abitanti che si sono mobilitati con un comitato, avanzando chiare richieste sul ripristino del servizio sul territorio. Una situazione intollerabile secondo i consiglieri regionali Pd Gian Luigi Molinari e Katia Tarasconi che si sono impegnati ad ascoltare le segnalazioni delle persone e hanno presentato una risoluzione approvata in assemblea alla fine dell’anno.

“Abbiamo fatto richieste chiare, anche dopo il via libera dalla Regione, i tempi si allungano ma l’attenzione sul problema resta alta perchè stiamo ritornando al Medioevo”, puntualizzano i consiglieri. Lo abbiamo visto e sperimentato: la consegna della posta a giorni alterni, con continui ritardi e disservizi non è stata la soluzione migliore. Se tutto questo poi – hanno sottolineato – va ad inficiare il campo della salute, è il campanello d’allarme di una situazione che va cambiata”.

“Siamo in attesa di un incontro richiesto con urgenza con l’assessore regionale Emma Petitti, che fin da subito si è mostrata aperta a trovare soluzioni valide su un nuovo modello organizzativo nell’ottica del riordino che a queste condizioni, però, non può funzionare: se le persone chiedono il ripristino dell’ufficio postale, soprattutto prendendo in considerazione le zone disagiate – continuano Molinari e Tarasconi – queste persone vanno ascoltate. È una questione di intelligenza e buon senso”. E tornando in particolare sulla paziente di Biana che ha ricevuto in ritardo l’avviso a presentarsi per una mammografia: “Se un esame diagnostico va a vuoto, significa una perdita di tempo prezioso da parte del paziente a sottoporsi a cura, ma non dimentichiamoci anche che ciò significa una perdita economica per le Ausl e per tutto il sistema”.

Bologna, 23 febbraio 2017