Katia Tarasconi, consigliera regionale dem, rilancia il suo “congresso” parallelo del partito sui social: «Nessun big nazionale mi ha mai telefonato, molti dirigenti fanno fatica a salutarmi e pensano che cerco visibilità, però tanti militanti da tutta Italia la pensano come me». Sulla città: «La Ztl aperta alle 18 non porta benefici, serve un centro storico pedonalizzato». «In Regione Bonaccini ha lavorato bene»“

Da ilpiacenza.it 12.01.2019

di Filippo Mulazzi

“Vogliamo votare per qualcosa e non per qualcuno. Ecco perché promuovo un altro congresso”. Katia Tarasconi, consigliera regionale del Partito Democratico (con un passato da assessore al commercio a Piacenza) da diversi mesi sta cercando di risvegliare il suo partito, alle prese con una crisi profonda di identità, contenuti e, ovviamente, di voti. Dopo la batosta elettorale del 4 marzo, l’immobilismo del partito a livello nazionale ha provocato una forte reazione nella piacentina. Che in due interventi in Assemblea nazionale (è delegata), a luglio e novembre, ha strigliato i vertici. Più preoccupati di scegliere il nuovo segretario, rispetto al tentativo di ricostruire una casa del centrosinistra italiano solida. Tarasconi ha perciò lanciato sui social un suo congresso alternativo, che cerca di raccogliere alcune proposte in vista del congresso vero dell’8 marzo.

 

  • Consigliera, come mai si sta impegnando a picconare il suo partito, il Pd?

Non l’ho “picconato”, se l’avessi fatto avrei detto ben altro. Sono stata critica e mi sono permessa di esprimere un malcontento generale, facendo da portavoce per molti altri che la pensano così. Dopo quegli interventi impiego non so quante ore della giornata a parlare e scrivermi con gente da tutta Italia sui problemi che sta vivendo il partito. Tanti si fanno sentire perché non sanno cosa fare nel Pd per cambiarlo. Per questo sto portando avanti un congresso parallelo di ascolto a quello nazionale: ci sono tante persone che non si riconoscono minimamente nell’attuale Governo, ma neanche nell’opposizione. Vorrebbero un’alternativa e questa non c’è. Sfrutto i social perché è l’unico mezzo che ho, non ne ho altri, non ho la televisione e i talk show a disposizione. Il Pd ora non ha identità:  occorre discutere ed è
per quello che sono intervenuta in due diverse occasioni in Assemblea.

  • Le sue critiche sono state rilanciate da tutta la stampa nazionale.

Il mio primo intervento in Assemblea l’avevo fatto a luglio. Ero stata ancora più critica ma non fui ripresa. A novembre ho parlato per prima dopo la relazione del segretario uscente Maurizio Martina, quindi mi hanno ascoltato tutti, comprese telecamere e giornalisti lì presenti per sentire Martina. Il mio messaggio è stato un po’ travisato: non ho detto ai dirigenti di ritirarsi dalla politica, di sparire. Ho chiesto di ritirarsi dalla candidatura a segretario. Ero per fare un congresso diverso, ognuno ha scritto la sua mozione ma non c’è stata discussione. Prima occorreva rispondere a tante domande, poi cercare le persone che rappresentavano le istanze.

  • Tanti sui social dicono che sta copiando Debora Serracchiani, che dopo un intervento simile al suo nel 2009 venne “cooptata” da Dario Franceschini ai vertici del partito.

No, per niente. A me non ha telefonato nessuno dei big. Non ho mai avuto neanche mezzo dialogo con nessuno. E tanti dirigenti fanno fatica a salutarmi.

  • Nessun dirigente nazionale l’ha chiamata per chiederle contezza delle critiche?

No! Incredibile: fossi stata nei leader, vista la reazione tra gli iscritti e simpatizzanti ai miei interventi, avrei cercato di capire cosa sta avvenendo nella base. Invece niente.

  • A livello locale come sono stati giudicati i suoi interventi dal partito?

Si va da chi non ha apprezzato – perché pensano che cerco visibilità – a chi mi sta dando una mano per farsi sentire. Poi ci sono quelli che dicono di aspettare un attimo perché “bisogna vedere quello che succede”. È assurdo anche questo: non c’è nessuno entusiasta di questo congresso. Come si fa a trasmettere l’entusiasmo agli elettori se non ce l’hanno neanche i dirigenti?

  • Matteo Renzi farà un nuovo partito?

Se lo fa, sbaglia. Mi pare di capire che la sua intenzione sia quella di uscire. Il progetto del singolo, a me, non interessa. È stato un grande leader, uno dei migliori dirigenti del Pd. Però ora è “solo”. Non c’è una squadra, né un gioco di squadra. Non lo seguirei per seguire solo lui, e il suo stile ultimamente non mi appassiona, c’è qualcosa che stride col mio modo di essere. Anche se gli riconosco delle capacità indubbie.

  • Ultimamente nel Pd piacentino si sta muovendo qualcosa. Roberto Reggi, Marco Bergonzi e Francesco Rolleri si mostrano sempre più vicini a +Europa, a breve arriva Federico Pizzarotti a discutere a Piacenza. Si stanno smarcando?

Non credo che stiano pensando di entrare in “+Europa”. È un momento confuso, è bene ascoltare tutti: infatti andrò anche io il 21 gennaio a sentire il sindaco di Parma, Reggi e il parlamentare di +Europa Alessandro Fusacchia al teatro Trieste34. Non vedo il movimento dei sindaci di Pizzarotti o +Europa in contrapposizione con il Pd, son forze che vanno nella stessa direzione, con sfumature diverse.

  • Ieri è venuto a Piacenza Nicola Zingaretti, papabile vincitore secondo i sondaggi delle primarie. Può essere la persona giusta per il rilancio del Pd?

È un uomo che ha delle doti, perché ha vinto il Lazio per due mandati. Ma come fa in questo momento il Pd a farsi guidare da un presidente di Regione? Occorre una presenza costante e assidua sui territori. Se dovessi scegliere una mozione in cui mi trovo più delle altre, quella di Martina nei contenuti mi rappresenta di più. Ho perplessità su Zingaretti perché ci vuole un segretario a tempo pieno, oggi. E non ha un carisma particolare, come non lo ha Martina. Gli elettori ci dicono che non si può fare senza: di questi tempi servono delle doti comunicative che attraggono le persone.

  • I suoi interventi hanno provocato la reazione della deputata Paola De Micheli. Militate da dieci anni nel Pd ma non siete mai state sulle stesse posizioni…

Non ci siamo né viste, né sentite, né scritte. Non c’è mai stata l’occasione di parlare insieme dei problemi del Pd.

  • La Giunta Barbieri come si sta comportando?

Anche se ho visto cose che non mi piacevano, non ho mai criticato il loro operato all’inizio. Perché ritenevo che fosse giusto dare a loro il tempo necessario per “entrare” nella macchina comunale, che è complessa. Dopo un anno e mezzo posso dire che non vedo delle scelte particolarmente significative. Stanno facendo solo ordinaria amministrazione.

  • Il suo ex assessorato al commercio e agli eventi ha visto un avvicendamento. Le deleghe sono passate da Mancioppi e Putzu a Cavalli, e subito è scappiata la grana dei mercatini di Natale. Come l’ha vista questa vicenda?

Se uno pensa che ci siamo divertiti a tenere così com’erano i mercatini di Natale nella consapevolezza che fossero il massimo, questo ha dei problemi. La Giunta Dosi aveva tentato tutte le strade per convincerli a proporre dei banchi più attraenti. Avevo proposto un regolamento, chiesto di vedere la merce. Ma sono comunque commercianti, e gli rechi un danno togliendo la licenza data anni fa. Comunque l’allestimento della piazza di questo Natale era carino: l’albero, le luci, le casette. Peccato che la piazza era deserta. Bella, ma vuota. Speriamo che l’anno prossimo ci sia più gente.

  • Il tema del rilancio del centro storico è sempre nell’agenda di ogni Amministrazione…

Aprire la Ztl alle 18 è un assoluto controsenso. Sono curiosa di chiedere ai commercianti quanto è aumentato il fatturato in questa ora di apertura anticipata. Dovremmo, invece, andare verso una maggiore pedonalizzazione e la presenza di meno auto. Vorrei vedere la Giunta Barbieri riuscire laddove noi non ce l’abbiamo fatta: cioè ampliare i parcheggi nell’area nord della città, aumentando le zone di pedonalizzazione. La gente va dove può spingere un passeggino e portare il cane, senza correre il rischio di farsi investire. In via Cittadella ci sono tre esercizi pubblici uno vicino all’altro e ci sfrecciano le auto davanti. Largo Battisti ha un dehor carino ed è diventata un’autostrada. Non va bene, siamo a un passo da piazza Cavalli. Mi piacerebbe un centro storico vivo con gente che cammina, non piena d’auto.

  • Sul nuovo ospedale siamo in ritardo?

Nutro dubbi sui tempi che sono stati prospettati. Mi fa rabbia vedere che Cesena è avanti anni luce rispetto al nostro percorso, ed eravamo partiti insieme. Spero che il sindaco porti a termine la questione. Chi fa passare il messaggio che i soldi per l’ospedale li possiamo usare per medici e servizi, non è corretto. Facciamo un mutuo per comprare una casa, non per assumere una domestica. Sono cose diverse. C’è questa opportunità, se non la portiamo avanti noi l’ospedale nuovo lo farà qualcun altro. Trovo incredibile che i 5 stelle locali girassero per la città con i cartelli contro l’ospedale e a livello nazionale si vantino di aver trovato il finanziamento, anche se poi, come ha spiegato l’assessore regionale Sergio Venturi, non è vero.

  • In autunno è già tempo di Elezioni Regionali. La partita sembra, per la prima volta nella storia emiliana, incerta.

Da oggi alle Regionali gli scenari politici attuali possono cambiare molto velocemente. Bisognerà aspettare di vedere cosa succede. Nessuno oggi è in grado di fare delle previsioni sul quadro nazionale e regionale tra un anno. Mi sento di dire che, alle condizioni date, il presidente Stefano Bonaccini ha lavorato bene. Lo dimostra l’abolizione del superticket e il percorso verso l’autonomia regionale, oltre che le tante risorse arrivate a Piacenza rispetto al passato. Ma lo sappiamo, non è mai sufficiente amministrare bene per vincere.

  • Rifarà il tandem-ticket con Gian Luigi Molinari?

Non sappiamo neanche se ci ricandidiamo. Se fossimo entrambi nel Pd e candidati all’Assemblea, sì. Così continueremmo tutto il lavoro di questi anni: io e Molinari lavoriamo in squadra, non ci siamo mai pestati i piedi, abbiamo sempre collaborato insieme con la massima fiducia per favorire il nostro territorio.