“Sembra essersi creata una situazione paradossale tra Ministero e Sovrintendenza, impasse da superare repentinamente, dopo un periodo in cui abbiamo atteso pazientemente risposte sulla vicenda”. Lo affermano i consiglieri piacentini Katia Tarasconi e Gian Luigi Molinari in merito alla situazione dei carteggi verdiani custoditi nella villa del celebre compositore a S. Agata di Villanova d’Arda. Da una parte, il Ministero che ha sempre lodato l’operato e l’impegno della famiglia Carrara-Verdi nella cura e nel permettere l’accesso a tutto il materiale della villa, dall’altra la Sovrintendenza che ha stabilito l’inadeguatezza della conservazione dei documenti e ne ha deciso, lo scorso maggio, l’immediato trasferimento, privando di fatto la villa del suo archivio”.
“Chiediamo l’intervento chiarificatore della Giunta – spiegano i consiglieri dem che hanno depositato una risoluzione sull’argomento – non solo per capire quali sarebbero le inadeguatezze di Villa Verdi rilevate dalla Soprintendenza, ma anche per impegnarsi a supportare economicamente le attività svolte di cui fino ad ora si erano sempre fatti carico gli eredi di Giuseppe Verdi e, fatto rilevante, senza che nessuno in precedenza avesse mai mosso critiche circa le modalità di conservazione del prezioso materiale che rappresenta un pezzo della nostra storia”. Secondo gli esponenti dem “sarebbe corretto rispettare la volontà della famiglia che ha sempre posto come condizione l’inscindibilità dei documenti con la villa stessa, vincolo tra l’altro imposto dal Ministero, e capire le motivazioni che hanno spinto gli ispettori a procedere con tali modalità”.
L’anno scorso si era verificata una situazione analoga con il trasferimento di un baule pieno di documenti autografi che fu portato a Parma per un periodo strettamente necessario al restauro, archiviazione e scansione e che, ad oggi, non è ancora rientrato in sede. Per questo motivo si chiede – aggiungono – di riunire tutto quanto il materiale documentario, tra carteggi e manoscritti, e che il Ministero si impegni economicamente nel supportare l’attività di conservazione e gestione dei beni a partire dall’erogazione repentina dei fondi dovuti e che non sono ancora pervenuti”.
Bologna, 20 giugno 2018