“Con i progressi nel campo delle tecnologie, credo che i tempi siano maturi per avviare anche in Emilia-Romagna la sperimentazione del tesserino venatorio digitale, definendo un periodo minimo di prova su base facoltativa per i cacciatori”. È quanto viene proposto in una risoluzione dai consiglieri regionali piacentini Gian Luigi Molinari e Katia Tarasconi che specificano: “resterà ovviamente ancora valido il tesserino cartaceo, dal quale saranno esentati solo coloro che parteciperanno alla sperimentazione, un periodo di prova che servirà certamente a valutare eventuali criticità e a migliorare il servizio”.
“Gli oneri di natura burocratica legati alla pratica della caccia – osservano i dem – sono particolarmente numerosi e complessi: in base alla zona, al tipo di preda e alla modalità di caccia, i cacciatori sono tenuti, oltre al possesso del tesserino e ad essere in regola con il pagamento della tassa annuale, alla registrazione e alla comunicazione di una importante mole di informazioni riferite ad ogni singola uscita, ad ogni singolo abbattimento; credo che possa essere vantaggioso, in termini di tempo, sburocratizzare questo processo e renderlo più celere e snello”.
Come? Grazie allo sviluppo di una app dedicata è infatti possibile creare sullo smartphone uno spazio riservato in grado di predisporre, memorizzare e trasmettere tutti i diversi tipi di comunicazione previsti dalla normativa sulla caccia e, contemporaneamente, semplificare la compilazione, la comunicazione, la registrazione e la conservazione dei dati e il loro invio anche in assenza di segnale.
Come si legge in una nota del documento, l’applicazione può prevedere un servizio di geolocalizzazione a cui aderire su base volontaria, utile nella prevenzione di scomparse o in caso di infortuni; inoltre sarebbe un importante strumento per verificare in tempo reale, da parte delle autorità competenti, il numero dei cacciatori usciti, dei capi abbattuti, della pressione venatoria e di ogni altro elemento gestionale utile.
“Le potenzialità di una simile applicazione sono numerosissime – concludono Molinari e Tarasconi che spiegano: sarebbe funzionale per censimenti e studi sulle popolazioni animali o sui danni arrecati all’agricoltura; potrebbe inoltre andare a sostituire i tesserini in altri campi come la pesca, la raccolta dei funghi e dei tartufi; del resto la Regione ha tutti gli strumenti in essere per avviare questa sperimentazione, grazie infatti alla sua Agenda digitale l’obiettivo è quello di dare priorità allo sviluppo di servizi digitali e di favorirne l’accessibilità a cittadini e a imprese”.