Presentata una risoluzione (primo firmatario Gian Luigi Molinari) per riavviare un’intesa tra Poste e Regione (coinvolgendo ANCI) al fine di concordare un piano condiviso con i Comuni in cui inserire anche la riapertura degli uffici chiusi, ragionando su orari e giornate lavorative.

 

Negli anni scorsi, su tutto il territorio nazionale, Poste Italiane ha proceduto alla chiusura di molti uffici postali, spesso posti a presidio di piccole comunità, alcune delle quali nelle zone montane con conseguenti disagi per la popolazione. L’ultimo intervento è avvenuto l’anno scorso ed ha riguardato una cinquantina di uffici dislocati su tutta la l’Emilia Romagna, senza contare la riduzione degli orari d’ufficio. “Se questo è l’antefatto, dobbiamo senza dubbio riavviare il dialogo con Poste Italiane e promuovere un’intesa, condivisa con i Comuni, che sia finalizzata a concordare la riapertura degli uffici chiusi, anche con modalità di servizio flessibili”. È la linea dei consiglieri regionali Pd Gian Luigi Molinari (primo firmatario della risoluzione sul tema) e Katia Tarasconi.

Già nell’aprile del 2015 – ricordano i consiglieri – la Regione, coinvolgendo Anci e Uncem, aveva avviato un confronto con Poste Italiane, chiedendo anche il coinvolgimento dei sindacati ed evidenziando la necessità di valutare con attenzione le singole realtà territoriali, per tutelare i soggetti più svantaggiati, ma a oggi non ci sono stati riscontri positivi”. Nel piacentino ad abbassare la saracinesca erano stati gli uffici di Santimento (Rottofreno), Vicobarone (Ziano), Biana (Pontedellolio) e S. Giuliano (Castelvetro). A questi si erano aggiunti Settima di Gossolengo, S. Nazzaro (Monticelli), Godi (S. Giorgio), Rezzano (Carpaneto) a cui poi il Tar aveva accettato il legittimo ricorso per proseguire l’attività.

“Condividiamo – spiegano i consiglieri – l’apprensione dei piccoli comuni e invitiamo Poste italiane a tenere nella dovuta considerazione i disagi arrecati alla popolazione, soprattutto anziana. Modificare un servizio, soprattutto dove diventa presidio sociale delle fasce più deboli non può essere solo una scelta di mercato”. Essendo stato licenziato dalla Camera, e passando all’esame del Senato, il “DDL Misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni”, ciò significa che questi ultimi, anche in forma associata e d’intesa con la Regione, possono proporre iniziative volte a sviluppare l’offerta complessiva dei servizi postali, congiuntamente ad altri servizi. Secondo Molinari e Tarasconi tutto questo aprirebbe uno spiraglio per il ripristino degli uffici chiusi. “Correggere il tiro si può, cercando di coniugare l’esigenza di contenimento dei costi e quella del sevizio che, proprio in questo caso, è da annoverare tra quelli che decretano la qualità della vita”.